Ridurre, se non eliminare del tutto l’impiego dei contenitori in plastica monouso per cibo e bevande, poiché gli oggetti in questione rappresentano ben il 70% dei rifiuti marini d’Europa.
E’ questo l’obiettivo della Commissione europea che il 18 maggio scorso ha presentato la proposta per limitare l’uso della plastica monouso, il che significa stop a cannucce, piatti, contenitori e posate usa e getta e così via.
Recente è la notizia che i deputati europei hanno aggiunto all’elenco degli oggetti “banditi” anche i sacchetti di plastica leggeri, i prodotti in plastica oxo-degradabili e i contenitori per fast food in polistirolo. E il Parlamento europeo il 24 ottobre scorso con larga maggioranza ha accettato la proposta, per contribuire alla transizione dell’Europa verso un’economia circolare e senza sprechi, per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Quindi? Come ci dobbiamo comportare con il nostro packaging take away in plastica che magari stiamo impiegando ora? Dobbiamo già bandirlo del tutto, oppure lo si può continuare a utilizzare per un po’ di tempo? E se decidiamo di usarlo, saremo eventualmente soggetti a sanzioni?
Qui di seguito cercheremo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento, seppur la situazione sia ancora in continua evoluzione.
Partiamo affermando che non siamo ancora costretti a escludere del tutto i contenitori in plastica: il bando totale sarà nel 2021 e allora si suppone che non verrà più definitivamente prodotto il packaging che impieghiamo oggi, ma che sarà sostituito con le alternative di cui accenneremo più avanti. Non si parla neppure di sanzioni nei vari articoli presenti in rete sul soggetto “plastica monouso”.
Tuttavia è meglio, per la tua attività di ristoratore, mettere le mani avanti, identificando sin da ora contenitori alternativi: nei consumatori la coscienza green è sempre più marcata e non ci si dovrebbe mai trovare a fronteggiare un cliente che ci chiede come mai nel nostro locale si usino ancora così tanti contenitori proposti nella famigerata plastica. Per il packaging in plastica rischieresti di avere recensioni negative sui social e addirittura perdere quella parte di clientela particolarmente sensibile a questa causa. Quindi, occorre trovare soluzioni valide un po’ prima della fatidica scadenza del 2021.
Dunque, oltre ai contenitori in polpa di cellulosa, in fibre naturali ed eco-friendly, quali potrebbero essere i materiali alternativi per il tuo packaging take-away?
Nell’ultimo decennio è cresciuto l’interesse a sviluppare materiali con credenziali più “green” come le cosiddette bioplastiche a base di amido, che possono essere facilmente compostate a livello industriale e si degradano più rapidamente delle plastiche normali. Al posto del tradizionale PET, usato per bottiglie e contenitori, si potrebbe ricorrere al PLA (fai sempre attenzione alle sigle quando scegli il tuo packaging!), che deriva da risorse rinnovabili come l’amido di mais o canna da zucchero ed è smaltibile in maniera semplice nell’umido domestico.
Non è escluso che in futuro vi siano novità sull’uso di nuovi materiali tipo la canapa, la quale pare sia una coltivazione molto efficiente per l’industria della plastica eco-sostenibile, poiché è in grado di integrare o sostituire materiali plastici di nuova generazione come, appunto, il PLA.
Come puoi notare, il mercato si sta evolvendo, dunque preoccupati di anticipare i tempi, non farti cogliere impreparato!
Vedremo in futuro quali materiali risulteranno più sicuri, eco-friendly per il tuo packaging take-away.
Buon asporto e alla prossima!
Il Team MyTakeAway